La nostra Mission

L'Archeoclub di Pescara condivide la Mission istituzionale dell'Archeoclub d'Italia, di cui costituisce la Sede locale dal 1971, e cioè la Tutela e la Salvaguardia dei Beni Culturali Italiani, e la loro Valorizzazione a livello cittadino, provinciale, regionale e nazionale.
Sente però altrettanto forte l'esigenza di divulgare e di rinverdire il dibattito circa la Conoscenza, la Tutela e la Valorizzazione di tutto il nostro grande patrimonio culturale: dall'Archeologia all'Arte, dagli Archivi e Biblioteche al Paesaggio, alle Tradizioni Popolari.

lunedì 31 dicembre 2012

PARCO ARCHEOLOGICO DI COLLE DEL TELEGRAFO


Il Comune di Pescara ha stanziato i fondi per aprire la strada di accesso al Colle del Telegrafo e ripulire l’area circostante. Si tratta del primo passo per la costituzione del “parco archeologico” che vede impegnato l’Archeoclub di Pescara sin dagli anni ’70. Infatti nel 1975 l’Università di Pisa – Direttore degli scavi il Prof. Tommaso Di Fraia – scavò alcuni fondi di capanna situati ai piedi del ripetitore situato sul colle.

L’Archeoclub di Pescara diede, come sempre accade in queste occasioni, supporto logistico (fondi, materiale di scavo, ecc..) e partecipò con i propri volontari: cito, a memoria, Elena e Fulvio Di Cristofaro, Spartaco Amoroso ed il sottoscritto.

Nel 1976, nel vicino Colle Pietra, i soci dell’Archeoclub di Pescara Luciana Di Nino e Carlo Capperi segnalarono che, durante uno sbancamento, erano affiorati dei cocci. Il sottoscritto si recò sul posto e recuperò una “kylix” di tipo buccheroide che risulta essere la quarta recuperata in Abruzzo. I risultati scientifici sono stati pubblicati sul Quaderno n. 7 del Museo delle Genti d’Abruzzo e, in tale museo, il reperto è visibile.

Tutto questo per dire che l’Archeoclub di Pescara è particolarmente “affezionato” alla collina di Colle del Telegrafo e si augura che, al più presto, tutta l’area venga resa “fruibile” al pubblico diventando una zona “didattica”.

Auspichiamo che, nella fase di preparazione ed allestimento, l’Archeoclub di Pescara venga coinvolto a pieno titolo dalla Soprintendenza Archeologica e dal Comune di Pescara data la particolare considerazione che quest’ultimo ha attestato al nostro sodalizio affermandone la “vocazione” archeologica.

Non va nemmeno sottaciuto un aspetto storico di non poco rilievo. La Città di Pescara, dopo le rilevanti scoperte romane (porto di Ostia Aterni, mosaico sulla golena del fiume, cattedrale di Santa Croce in Gerusalemme) può vantare una origine che affonda le sue radici sino nella lontana preistoria.

Michele Del Castello

giovedì 22 novembre 2012

UN ORDINARIO ESEMPIO DI STUPIDITA'


Il Ministero per i Beni e le Attività Culturali, a suo tempo interrogato dalla prefettura di Roma relativamente alla procedura di iscrizione di alcune modifiche statutarie di Archeoclub d'Italia nel Registro delle persone giuridiche, ebbe ad osservare che le attività volte a "tutelare, promuovere e valorizzare le cose di interesse artistico e storico di cui alla legge 1089/39, comprese le biblioteche" inserite nel nuovo statuto fra gli scopi associativi, erano di propria competenza esclusiva e che la valorizzazione e la promozione possono essere attuate da privati secondo le procedure del codice dei Beni Culturali del 2004.

Questa becera ed ottusa visione, degna di quella parte più retriva di tromboni ultra statalisti che ancora alligna nel Ministero e che lo sta portando al suo rapido dissolvimento, confonde tutte le attività dirette od indirette di tutela che qualsiasi cittadino ha il diritto di porre in atto, con quella amministrativa che, quella sì, è di competenza dello Stato.

La tutela (e se avessimo usato i sinonimi "salvaguardia" o "difesa"?) si può svolgere in tanti modi diversi, come fanno proprio le nostre sedi, con segnalazioni, denunce, campagne di stampa, proposte di legge, collaborazione con le istituzioni, sollecitazioni degli enti pubblici, sensibilizzazione dell'opinione pubblica, senza dunque invadere il campo riservato ai suddetti tromboni.

Ed il F.A.I., quando acquista un bene in degrado e lo rivitalizza, non svolge forse attività di tutela e valorizzazione? E che senso ha prima il dichiarare che anche la valorizzazione è di competenza esclusiva del dio Stato (sciocchezza megagalattica), per poi precisare (bontà loro) che anche i privati possono esercitare attività di valorizzazione e promozione secondo il " Codice Urbani" e, aggiungiamo noi, conformemente all'art.110 della costituzione?

Sono tantissime le attività umane che possono svolgersi solo in conformità delle norme dei codici civile, commerciale, penale e  non solo quelle previste dal "Codice Urbani" o dalla precedente legge del "39.

Questi signori sono, probabilmente, gli stessi che continuano ad ingessare il Ministero, gelosi delle loro prerogative come se essi fossero non i tutori, ma i padroni ed i padrini del nostro patrimonio culturale, incapaci di aprirsi alla società ed ai cittadini che sono i veri ed unici detentori di ogni potere. Non per nulla la Costituzione, all' art. 9, dice che la "Repubblica" (non lo Stato) tutela il patrimonio storico e artistico della Nazione. E la Repubblica siamo noi tutti.

Combattere queste incrostazioni del peggior conservatorismo deve essere, a mio avviso, uno dei prossimi impegni cui siamo chiamati quali "movimento di opinione pubblica".

                                                                                                    Giulio De Collibus

P.S: A Paestum, in occasione dell'annuale fiera del Turismo Archeologico, il prof. Andrea Carandini, che non è certo l'ultimo arrivato, ha definito il MIBAC “ un morente ibernato”. Noi vogliamo che sia rivitalizzato ed ammodernato perché sia adeguato all'importante compito che deve svolgere.

Ma voglio segnalare a tutti quanto ha dichiarato il Presidente della Repubblica nel corso del suo alto intervento in occasione degli “Stati Generali della Cultura”. Riferendosi, appunto, all'art. 9 della Costituzione, Napolitano denuncia “......... ebbene, quanto oggi le istituzioni della Repubblica “tutelano”? Promuovono e tutelano ancora pochissimo in modo radicalmente insufficiente” e proseguendo nella sua lucida analisi:“in tutti i settori, anche in quelli che fanno capo ad attività culturali, occorrono scelte non conservative per quel che riguarda le strutture e per quello che riguarda le realtà che si sono venute accumulando ed incrostando nel corso del tempo. Guai se dovessero prevalere atteggiamenti difensivi di difesa e conservazione di tutto l'esistente ; e anche, diciamo pure, guai se dovessero prevalere atteggiamenti puramente difensivi di posizioni acquisite in termini di categoria, in termini corporativi”.

mercoledì 29 agosto 2012

Bosco di S. Antonio


ANCHE GRAZIE AL PREMIO SCARPA FORSE SALVO IL BOSCO MONUMENTALE DI S.ANTONIO A PESCOCOSTANZO (AQ).
 
Il prestigioso Premio Internazionale Carlo Scarpa per il Giardino, assegnato recentemente al Bosco di S. Antonio, straordinaria faggeta in Comune di Pescocostanzo (AQ), aveva riacceso i riflettori su questo eccezionale patrimonio di natura e cultura.

Nei giorni scorsi si è svolto a Pescocostanzo un Convegno di cultori e studiosi, articolato su due giornate e coordinato dal prof. Francesco Sabatini, già Presidente onorario dell'Accademia della Crusca e della delegazione abruzzese della Deputazione di Storia Patria, per salvare dal degrado un monumento della natura preservato per secoli ed in difesa del quale erano intervenuti, a suo tempo, Benedetto Croce e Gaetano Salvemini, con relativo decreto del presidente Luigi Einaudi, ma che negli ultimi decenni correva gravi rischi di stravolgimento.

Questo bosco, che è stato definito il biotipo forestale più bello e famoso dell'Italia centrale, era stato sempre vissuto e governato dall'uomo, quale spazio interdetto agli animali selvatici predatori ed agli ovini, e destinato a pascolo alberato per cavalli e buoi, ospitale per una lunga lista di organismi viventi. La sua totale interdizione all'attività umana, quale zona di riserva integrale stabilita dal Parco Nazionale della Maiella, lo stava rapidamente trasformando in una boscaglia arbustiva privata di quella necessaria e fondamentale manutenzione, che le popolazioni locali per secoli avevano attuato.

Il Convegno, che ha registrato una comune presa di posizione da parte di illustri personalità della cultura e della scienza, ha visto nella seconda giornata la partecipazione del Direttore del Parco, Nicola Cimini, il quale, convinto dalle argomentazioni dei relatori, ha assicurato una modifica delle drastiche passate decisioni dell'Ente sul sito in questione.
Non sempre, infatti, l'eccesso di tutela fa l'interesse del soggetto cui è destinato, ma ottiene spesso risultati opposti.

Abbiamo trovato molto calzante l'esempio fatto dal Dr. Giovanni Tavano: “è come se il Colosseo fosse stato ricoperto da una fitta edera, per salvare la quale si rinunziasse a fare la necessaria manutenzione dell'edificio, destinandolo quindi alla rovina”.

martedì 28 agosto 2012

Lo sapevi che...

I simboli dei quattro Evangelisti sono di origine assira
Il cosiddetto Tetramorfo, che nell'iconografia cristiana medievale indica simbolicamente i quattro Evangelisti, proviene direttamente dalla mitologia degli Assiri, ma se ne ignorano ancora i meccanismi di derivazione e migrazione concettuale da una religione all'altra.
La religione assira riteneva, infatti, che i quattro angoli del mondo fossero abitati, protetti e sostenuti da quattro dei astrali:
- Marduk, rappresentato come Toro alato (cfr. Matteo).
- Nebo, rappresentato come Angelo o Uomo alato (cfr. Giovanni).
- Nergal, rappresentato come Leone alato (cfr. Marco).
- Ninurta, rappresentato come Aquila (cfr. Luca).

sabato 25 agosto 2012

Sull'eolico: considerazioni "fuori dal coro"


LA FREGATURA DELL’EOLICO: IN INGHILTERRA COMINCIANO A PARLARNE

Abbiamo sempre denunciato l’eolico come una grande bufala che, in cambio di una modestissima produzione di energia, comporta per il nostro paese un grave scempio ambientale e paesaggistico. Esso serve solo ad arricchire chi produce e pone in opera gli impianti, i cui costi vengono affrontati dalle alte tasse pagate dai cittadini sulle bollette della fornitura elettrica.

Purtroppo, si sviluppa in questo campo una forma di corruzione legale, consistente nel fatto che in Abruzzo, e non solo, spesso i territori appetiti, che occupano le quinte montane paesaggisticamente più belle, appartengono a Comuni estremamente poveri e semidisabitati. Occorre quindi poco per ottenere dalle relative amministrazioni comunali le necessarie autorizzazioni, in cambio di una manciata di migliaia di euro con i quali sistemare le povere casse comunali.
Aggiungiamo poi che nelle regioni meridionali, ove mafia, camorra e ‘ndrangheta sono più presenti e potenti, si sta registrando la più alta percentuale di impianti eolici.
 
In Inghilterra, ove l’eolico continua ad espandersi, supportato e spinto dal governo Cameron, è stato recentemente pubblicato lo studio di un eminente studioso dell’Università di Edimburgo, il prof. Gordon Hughes, ove i piani del governo per passare a questo tipo di energia verde sono stati definiti come “un fiasco da 124 miliardi di sterline”, mentre i costi delle utenze aumenteranno del 58% per coprire l’incremento del numero di turbine, che inquineranno ancora di più rispetto alle tecnologie più diffuse. Anche il prof. Ian Fells, consulente del parlamento inglese, critica il grosso investimento in questo progetto, ritenendo l’energia eolica il modo più costoso per produrre energia sostenibile. Cento deputati della maggioranza, guidati dal Cancelliere dello scacchiere George Osborne, hanno ora chiesto al Governo di rivedere totalmente i propri progetti in materia.

Il Re è nudo


Sulla Perdonanza Celestiniana qualcuno finalmente riconosce che “il re è nudo”
 
Che le celebrazioni della Perdonanza Celestiniana fossero diventate una grande bufala, un’invenzione del tutto slegata dalla nuda e semplice realtà della tradizione, ne eravamo pienamente convinti.

Per anni abbiamo assistito a dispendiose coreografie in costume di stile polpettone hollywoodiano; ricordo ancora quando, diversi anni or sono, si vide, con raccapriccio, addirittura sfilare un soldato romano con armatura di cartapesta. Si è pensato e si pensa che quest’operazione portasse turismo: ha solo portato notevoli spese a carico della collettività e, soprattutto, della Regione Abruzzo.
Ora, finalmente, anche dall’Aquila si levano critiche puntuali e precise che leggiamo sulla stampa locale. Valter Cavaliere, Raffaele Colapietra, Errico Centofanti sottolineano come “la manifestazione abbia assunto negli anni aspetti e toni sempre più sfarzosi (recentemente mitigati solo a causa della ridotta disponibilità economica) e lontanissimi anni luce dai suoi profondi significati spirituali e religiosi. La scenografia ed il kitsch, alla ricerca di una impossibile utilizzazione turistica, hanno stravolto – rilevano gli intervenuti - un evento che si era sempre svolto in forma modesta e circoscritta, legato a devozioni aquilane e regionali”.

Per questo motivo non possiamo condividere la proposta di far dichiarare dall’Unesco questa Perdonanza quale bene immateriale dell’umanità. Leggiamo, ora, che c’è chi vorrebbe realizzare addirittura un museo della Perdonanza.
Sarebbe il caso di pensare, invece, a rimettere in funzione al più presto gli importanti musei già realizzati nel passato.

mercoledì 22 agosto 2012

Denunciamo lo scempio di Penne

Nella pagina del nostro blog dedicato al "caso" di Penne denunciamo una situazione che ci ha visti appassionatamente coinvolti dal 2001 e che, nonostante gli sforzi profusi nell'uso dei canali ufficiali di segnalazione e di sensibilizzazione dell'opinione pubblica e degli Enti statali coinvolti nell'auspicata tutela, si è poi conclusa nel più prosaico e scontato dei modi, in una nazione, come è la nostra, che dovrebbe proteggere il proprio patrimonio storico-artistico, ed invece spesso lo vede maltrattato da chi dovrebbe tutelarlo istituzionalmente.
E' andata a finire male, nessuno ci ha ascoltati, ma desideriamo farlo sapere a tutti; leggete, perciò, la pagina che abbiamo dedicato a questa cocente delusione, e lasciate il vostro commento.
Parliamone, almeno....

martedì 21 agosto 2012

Lo sapevi che...

L'Imperatore romano Tiberio fu il primo a perseguitare gli Ebrei
Nel I secolo Tiberio diede un giro di vite al libero esercizio dei culti orientali a Roma: proibì il culto egizio e cacciò da Roma gli Ebrei, mandandoli in varie provincie dell'Impero (cfr. A.L. Antinori, Annali degli Abruzzi, Vol. II, p. 322).

martedì 14 agosto 2012

Lo sapevi che...

...le pesche arrivano dalla Persia
Nel I secolo d.C. i Romani introdussero nell'Italia centrale la coltivazione dei Meli Persici, così chiamati dal territorio da cui li importarono; corrispondono alle nostre pesche, distinte nei trattati di agraria romani in tre classi: le Duracine, che maturano in Autunno, erano considerate le migliori; le Praecocia e anche Praecoqua (cioè precoci), che maturano in Estate (da cui deriva il termine dialettale abruzzese "precoche" o "pricoche", con cui si indicano le pesche gialle estive che spesso si mangiano bagnate nel vino rosso); infine le Supernazie, le meno pregiate, che venivano vendute soprattutto sul mercato sabino (cfr. A.L.Antinori, Annali degli Abruzzi, Vol. II, p. 428).

Lo sapevi che...

...Venezia si chiamava anche Al-Bunduqiyya, "la tondeggiante"
Questo il nome con cui i mercanti arabi della costa egiziana indicavano la nostra Venezia, forse in riferimento ad una delle sue prime isole abitate fin dall'antichità, detta Olivolo perché tonda come un'oliva.
Venezia fu l'unica città europea ad avere un suo nome proprio arabo, fu la prima in cui venne stampata una copia del Corano, la prima a diffondere l'uso del caffé (di importazione persiana).
Questi alcuni dei motivi meno noti per cui venne sempre definita la "Porta del Levante" (cfr. Focus Storia n. 44, giugno 2010, p. 36).

lunedì 13 agosto 2012

Lo sapevi che...

...la corsa delle volpi dei Giochi Cereali dell'antica Roma proviene da Carsoli
Durante i Giochi Cereali che si tenevano ogni anno il 20 di Giugno nel Circo Massimo a Roma si facevano correre delle volpi con fiaccole accese legate alla coda.
Pare che questo strano spettacolo perpetuasse un evento accaduto a Carsoli (AQ) durante l'inverno di un'epoca non meglio precisata: il figlio di un contadino catturò una volpe che aveva fatto razzia di galline ed ortaggi nei suoi campi e per punirla (in modo cruento) la avvolse in vari strati di paglia e frasche, dandole quindi fuoco; l'animale riuscì a liberarsi dalle mani del suo aguzzino, fuggendo all'impazzata per i campi, ma alcuni frammenti infuocati le rimasero impigliati nella coda; ne seguì un tremendo incendio, che devastò completamente i campi di quel contadino (cfr. A.L. Antinori, Annali degli Abruzzi, Vol. I, p. 226).

Lo sapevi che...

...nel Lago di Cotilia c'era un'isoletta fluttuante
Posta dalle fonti latine nei pressi di Reate (Rieti) ed identificata oggi con Cittaducale, Cotilia era un'importante città preromana, famosa per il suo lago sacro e per l'isoletta galleggiante, che veniva sospinta dal vento e vagava sulla sua superficie; le fonti medievali riportano notizia di un sacrificio umano che veniva compiuto ogni anno sulle sponde del lago, per propiziare la benevolenza delle divinità che si riteneva abitassero gli abissi del lago e lo mantenessero sempre abbondante di acque, poiché non era alimentato da nessun corso d'acqua (cfr. A.L. Antinori, Annali degli Abruzzi, Vol. I, pp. 16-24).

domenica 12 agosto 2012

Benvenuto!

Ti invitiamo a frequentare con assiduità il nostro blog, e a partecipare alle nostre discussioni, sondaggi, attività virtuali, proponendoci argomenti da dibattere, libri o documenti video da leggere e guardare insieme, luoghi da vistare, "misteri" storici di cui dibattere....insomma, Ti vogliamo tra noi, attivo, curioso, propositivo e pronto al dialogo misurato ma vivace, pronto a condividere!