L’ IMU, oltre a colpire durissimamente i proprietari delle
seconde case (anche coloro che avevano comprato un piccolo appartamento per
arrotondare le modeste pensioni), porrà un problema sottostimato per i nostri
piccoli centri storici dell’interno d’Abruzzo.
Come tutti sappiamo, questi nostri paesi sono sottoposti ad
un continuo spopolamento e molti edifici, sopravvissuti all’abbandono causato
dall’emigrazione, sono ancora in piedi solo perché i relativi proprietari,
trasferitisi ormai in città e talora, anche in altre regioni, fanno sacrifici
per conservare la casa paterna ove si recano durante le ferie o in occasione di
alcune festività.
Ovviamente costoro non sono i VIP modaioli di Capalbio o di
Porto Cervo, ma sono cittadini che sgobbano dalla mattina alla sera e
conservano quelle case con relativa e costosa manutenzione, soprattutto per
motivi sentimentali.
Talune costruzioni, e sono spesso le più importanti dal punto
di vista architettonico, a causa del restauro troppo costoso ed impegnativo
sono già state completamente abbandonate al loro destino.
L’arrivo della pesante IMU non farà che velocizzare ulteriori
abbandoni e così, dei nostri paesi non resteranno che ruderi. Essi, infatti, pur
sorgendo in luoghi indubbiamente belli dal punto di vista ambientale, non sono
così appetibili dall’attirare facilmente acquirenti danarosi.
Al contrario andrebbe realizzata una politica fiscale che,
nel favorire da una parte coloro che ancora resistono coraggiosamente a
risiedervi, stimoli, dall’altra, l’investimento da parte di coloro che non
siano alla ricerca di stazioni sciistiche alla moda, ma solo di tranquillità a
costi sopportabili.