La nostra Mission

L'Archeoclub di Pescara condivide la Mission istituzionale dell'Archeoclub d'Italia, di cui costituisce la Sede locale dal 1971, e cioè la Tutela e la Salvaguardia dei Beni Culturali Italiani, e la loro Valorizzazione a livello cittadino, provinciale, regionale e nazionale.
Sente però altrettanto forte l'esigenza di divulgare e di rinverdire il dibattito circa la Conoscenza, la Tutela e la Valorizzazione di tutto il nostro grande patrimonio culturale: dall'Archeologia all'Arte, dagli Archivi e Biblioteche al Paesaggio, alle Tradizioni Popolari.

Storia di Pescara

In questa pagina troverai le notizie storiche su Pescara, la nostra città, che comunemente viene indicata da tutti (compresi i suoi cittadini) come una città moderna, priva di storia.
Invece affonda le sue radici in epoca preromana, e la sua storia millenaria è sempre stata legata al fiume (che non le ha dato il nome, ma anzi l'ha ricevuto da essa, contrariamente a quanto si crede comunemente) e all'importante porto fluviale, che ne ha caratterizzato fin dalla sua nascita (che si perde nei secoli precedenti alla colonizzazione romana) il carattere commerciale, che mantiene ancora oggi.

IV secolo a.C.: il suo nome era Aterno, derivato dall'omonimo fiume, allora interamente navigabile; viene indicata dalle fonti come posta al confine tra il Piceno (a nord) ed il territorio abitato dai Frentani (a sud) (cfr. A.L. Antinori, Annali degli Abruzzi, Vol. I, p. 87).

III secolo a.C.: venne occupata dalle truppe di Annibale (cfr. A.L. Antinori, Annali degli Abruzzi, Vol. I, p. 135).

I secolo a.C.: una fonte latina la indica come abitata dai Vestini, che vi svolgevano essenzialmente traffici commerciali legati al sale (cfr. A.L. Antinori, Annali degli Abruzzi, Vol. I, p. 217).

I secolo:
I Romani confinarono il territorio teatino, e chiamarono una parte di esso Aterno (dal nome della città) (cfr. A.L. Antinori, Annali degli Abruzzi, Vol. I, p. 279).
Augusto fece dedurre molte colonie in Abruzzo, tra cui anche la città vestina di Aterno (cfr. A.L. Antinori, Annali degli Abruzzi, Vol. I, p. 283).

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